Il Pontefice in visita al Parlamento Italiano

14/11/02

Il discorso del Pontefice, per la prima volta in visita al parlamento
Giovanni Paolo II ha cominciato a parlare alle 11,20 dal più alto scranno di Montecitorio

Il Santo Padre mentre scende la scaletta dello scranno più alto del Parlamento

Il momento lo si aspettava ormai da parecchi mesi, dopo l'invito rivolto a Sua Santità dai precedenti presidenti dei rami del parlamento, Sen. Mancino e On. Violante, e finalmente è giunto il momento storico.

Nell’emiciclo di Montecitorio ci sono tutti, dalle più alte cariche dello Stato a Deputati e Senatori (nonché una schiera di 100 commessi pagati da noi! N.d.R.). Sono le 11,21 circa quando il Pontefice comincia il suo discorso, seduto sul più alto scranno del Parlamento italiano. Parla per quarantasette minuti, “ben consapevole del forte significato della presenza del successore di Pietro nel Parlamento Italiano". E per ben ventidue volte viene interrotto dall'applauso dell'aula.
Mancavano all'appello nell'aula (se non erro) i Comunisti Italiani di Cossutta e Rif. Comunista di Bertinotti.

Sua Santità ringrazia gli italiani e sottolinea come sia "davvero profondo" il legame che esiste tra Santa Sede e Italia, paese nel quale, ha detto, "l'annuncio evangelico, qui giunto fin dai tempi apostolici, ha suscitato una civiltà ricca di valori universali ed una fioritura di mirabili opere d'arte". Soddisfa una delle attese di questi giorni, concentrata su come il Pontefice avrebbe affrontato il tema dei detenuti, che la scorsa settimana gli avevano inviato una lettera nella quale lo pregavano di chiedere ai parlamentari quel gesto di clemenza caduto nel vuoto in occasione del Giubileo. Il Papa quell’atto di clemenza lo ha chiesto. Ma sono anche la pace e l’attenzione al bene comune i punti cardine del suo discorso.

Grazie per l'affetto degli italiani. E' con questo riconoscimento che si e' aperto il discorso di Giovanni Paolo II. Si è detto onorato per l'accoglienza, ha definito il parlamento una "sede prestigiosa" nella quale "l'intero popolo italiano - ha detto ai deputati e senatori - e' da voi degnamente rappresentato". L'affetto degli italiani, interpretato nelle parole dei presidenti di camera e senato, ha accompagnato il Papa da sempre "fin dai primi mesi della mia elezione alla sede di San Pietro. Per esso voglio esprimere a tutti gli italiani, anche in questa circostanza, la mia viva gratitudine".

Il profondo legame tra Santa Sede e Italia. "Ben sappiamo - ha affermato il Papa - che esso e' passato attraverso fasi e vicende tra loro assai diverse, non sfuggendo alle vicissitudini e alle contraddizioni della storia ". Per il Santo Padre a questa opera di avvicinamento e di collaborazione, nel rispetto della reciproca indipendenza e autonomia, hanno molto contribuito "i grandi papi che l'Italia ha dato alla chiesa e al mondo nel secolo scorso: basti pensare a Pio XI, il Papa della conciliazione, e a Pio XII il Papa della salvezza di Roma, e, più vicini a noi, ai papi Giovanni XXIII e Paolo VI, dei quali spesso, come Giovanni Paolo I, ho voluto assumere il nome".

Il Santo Padre con Pera e Casini

Segno di clemenza verso i detenuti - Mediante una riduzione della pena", ha detto il Pontefice. Tale gesto sarebbe da parte delle istituzioni "una chiara manifestazione di sensibilità, che non mancherebbe di stimolarne l'impegno di personale ricupero in vista di un positivo reinserimento nella società.

Fare di più per la grave crisi economica - Per il Papa occorre "una solidarietà spontanea e capillare" per fare fronte alla "grave crisi dell'occupazione soprattutto giovanile e le molte povertà, miserie ed emarginazioni, antiche e nuove, che affliggono numerose persone e famiglie italiane o immigrate in questo paese".

Giovanni Paolo II ha riconosciuto "gli ingenti progressi compiuti in quasi sessant'anni verso una società nella quale siano assicurate a tutti accettabili condizioni di vita" ma ha chiesto sul fronte del lavoro "la costante sollecitudine delle pubbliche istituzioni".

I venti di guerra
"L'Italia e le altre nazioni che hanno la loro matrice storica nella fede cristiana sono quasi intrinsecamente preparate ad aprire all'umanità nuovi cammini di pace, non ignorando la pericolosità delle minacce attuali, ma nemmeno lasciandosi imprigionare da una logica di scontro che sarebbe senza soluzioni". Con queste parole ha ricordato al parlamento italiano che anche di fronte al conflitto cronico in Medioriente e alla "nuova e terribile dimensione" che ha assunto il terrorismo internazionale l'Italia deve ricordare "l'attitudine e la responsabilità del tutto peculiari" del cristianesimo nel consesso internazionale facendo emergere "tutto il potenziale di pace" insito nelle grandi religioni.

Colpito dal discorso del Pontefice, latitante si costituisce
Il boss mafioso Benedetto Marciante ha raccontato di essersi presentato a Rebibbia dopo aver sentito in tv le parole pronunciate da Giovanni Paolo II in Parlamento

Colpito dal discorso del Papa, latitante si costituisce. Il boss mafioso Benedetto Marciante si è presentato al carcere di Rebibbia, sostenendo di essere stato colpito dalle parole del Papa durante il discorso pronunciato in parlamento.

Il ricercato era accompagnato dai suoi difensori, gli avvocati Roberto Tricoli e Vincenzo Giambruno. "Il nostro assistito - hanno detto i legali - ci ha avvisato della sua intenzione di costituirsi dopo avere ascoltato Giovanni Paolo II in televisione. In particolare è stato colpito dalle affermazioni fatte dal Pontefice sul valore della famiglia".

Marciante era latitante da appena due mesi. Sul suo capo pende una condanna definitiva a sette anni di carcere con l'accusa di associazione mafiosa, e un'altra - non definitiva - a trent'anni per l'omicidio di Domenico Bova, un uomo d'onore della famiglia del'Acquasanta di Palermo, ucciso nell'81.

Marciante aveva fatto perdere le sue tracce subito dopo l'ordine di carcerazione definitiva. La condanna per associazione mafiosa fa riferimento all'inchiesta 'Cantieri navali connection', l'indagine sulle infiltrazioni mafiosi nella Fincantieri del capoluogo siciliano. Marciante, secondo le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, sarebbe stato favorito nell'aggiudicazione di alcune gare d'appalto grazie "all'interessamento del boss mafioso dell'Acquasanta Vincenzo Galatolo".

Il Capo del Governo On. Silvio Berlusconi: "Sono Emozionato"

Berlusconi emozionato. "Sono emozionato, è stato un discorso alto e nobile e pieno di amore per l'Italia. Un discorso che ha toccato temi che non possono essere condivisi". Ha commentato il presidente del consiglio Silvio Berlusconi lasciando Montecitorio al termine della visita del Papa. Quanto alla richiesta di clemenza per i carcerati: "Dal mio punto di vista e di quello della mia forza politica - spiega Berlusconi - c'è sempre stata una grande apertura in tal senso, anche in considerazione del sovraffollamento delle carceri".

 

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