Scrivetevi
l'IMEI del cellulare...
STOP AI FURTI CON
L'IMEI,
MA E' TUTTA UNA TRUFFA, NON SI PUO' FARE NULLA!
20/01/2002
agg. 03/09/03
IL
CODICE IMEI CHE APPARE DIGITANDO |
Questa pagina era stata scritta ai primi del 2002, ossia più di un anno fa e mezzo. Erano infatti giunte varie notizie relativamente alla possibilità di bloccare l'IMEI del proprio cellulare. Ma negli ultimi tempi sto ricevendo molte mail di cittadini che affermano il contrario. Certo, a me non è stato rubato il cellulare, e così non ho (fortunatamente) potuto provare sulla mia pelle se fosse possibile o meno bloccare il cellulare. L'ultima mail che mi è giunta porta questo testo:
CIAO CARO AMICO, HO LETTO QUANTO HAI SCRITTO CIRCA IL FURTO DEI TELEFONINI. CI CREDI A QUELLO CHE HAI SCRITTO? LO HAI PROVATO???
Ebbene io si.
E' bellissimo quello che hai scritto, sarebbe stupendo se fosse vero.
Questa mattina, a seguito di un furto, ho
provveduto a bloccare la SIM tramite l'operatore del call center della TIM (trattavasi
di utenza Tim). Avevo letto qualche cosa in merito alla creazioni di database
con black liste di IMEI di telefoni rubati e quindi ho chiesto all'operatore
come fare. Gentilmente l'operatore mi ha detto che mi dovevo rivolgere alla
Ericsson (marca del radiotelefono rubato) e mi ha persino dato il numero dell'Ericsson
06/48895206. Chiamavo la Ericsson ma l'addetta al call center mi diceva che era
una cosa impossibile. Richiamavo la TIM un altro operatore mi ha ,sempre
gentilmente, detto che il primo operatore si era sbagliato, non bisogna
rivolgersi al costruttore (Ericsson) ma alle forze dell'ordine che avrebbero
preso la denuncia e inoltravano una copia a chi di competenza. (chi fosse questo
"chi di competenza" non è dato saperlo). Chiamo l'ufficio denuncia
della Questura per sapere come comportarmi in merito. Gentilmente mi dicono che
potevo sporre denuncia perchè in caso di rintraccio del cellulare senza la
denuncia non mi poteva essere ridato indietro; ma del blocco e
"dell'inoltro a chi di competenza" non era vero niente.. Tramite amici
alla Polizia delle Telecomunicazioni ho saputo che il progetto non è mai
partito perchè i gestori non hanno alcun interesse a farlo partire; per loro
sono solo spese per la gestione dei database e quindi per il momento non c'è
nulla da fare. Ho richiamo la TIM e quando ho capito che l'operatore stava per
rifilarmi un'altra stronzata, ho preteso di parlare con il capo turno, gli
ho fatto capire che ormai sapevo la verità e che cioè ai gestori non gliene
frega niente ma più
che altro gli ho detto che non devono riferire CAZZATE ai poveri utenti. Bastava
che dicessero, :"NON SIAMO ANCORA PRONTI" e basta..Senza far perdere
altro tempo. Quindi come vedi caro amico, ancora non è possibile bloccare con
l'IMEI i cellulari rubati. E pensare che persino in PORTOGALLO questo è già
possibile. Ciao e grazie
Lampi1
E' pacifico che la mail si commenta da sola, a me non resta che prendere atto di ciò, comunque, dato che io sono ottimista, lascio ciò che era scritto in questa pagina, sperando che entro qualche mese, la procedura di blocco dell'IMEI venga effettivamente attivata da parte di tutti i gestori italiani.
Ringrazio tutti quelli che mi hanno segnalato l'impossibilità di sfruttare tale blocco.
La facilità con cui si possono riciclare i telefoni Gsm rubati è un forte incentivo ogni anno migliaia e migliaia di cellulari vengono ribati, inoltre sono sempre maggiori i furti nei negozi e nei magazzini. Basta cambiare la Sim e si può telefonare senza problemi. In altri paesi alcuni gestori hanno inserito un blocco sulla rete che, grazie ai codici Imei, riconosce i terminali illegali e impedisce loro l'accesso. Vediamo come funziona.
Da un accordo effettuato dai quattro gestori italiani TIM, OMNITEL, BLU e WIND, se ci verrà sottratto un cellulare, con una denuncia di smarrimento fatta ed il relativo codice IMEI, potremo (almeno in Italia) evitare che il nostro cellulare venga "riciclato".
Pertanto, chiamando il Vostro operatore di telefonia, sarà possibile bloccare definitivamente l'utilizzo del vostro cellulare, anche se il ladro cambierà 28mila SIM, dovrà comunque arrendersi, e buttarlo nel cestino della raccolta differenziata.
Appare perfino superfluo sottolineare che questa
realtà sono costretti a vivere quotidianamente, quanto il problema dei furti di
terminali sia diffuso nel settore della telefonia mobile. Si tratta di una piaga
che non colpisce solo l'ultimo anello della catena, il rivenditore, ma affligge
l'intera filiera distributiva, importatori, distributori e trasportatori, oltre
che, ovviamente, operatori al dettaglio. Questi ultimi sono comunque in prima
linea, soggetti a rischio sia di furti che di rapine, e non sempre servono a
molto le precauzioni, dalla vetrina blindata al sistema d'allarme, che più o
meno tutti hanno adottato.
Perchè le ragioni dell'estrema appetibilità dei telefoni cellulari, in ultima
analisi, si possono ricondurre a una sola: è sufficiente cambiare la Sim in un
Gsm rubato e lo si può utilizzare senza problemi, mentre la probabilità di
essere scoperti è, di fatto, pari a zero. I terminali Gsm sono denaro contante
per i trafugatori: facili da smerciare, utilizzabili immediatamente senza
necessità di alcun intervento, molto richiesti da un mercato in crescita
esponenziale e virtualmente indistiguibili l'uno dall'altro.
IDENTIFICARE IL TERMINALE
Quest'ultima affermazione è solo in parte vera:
ogni terminale, in qualsiasi parte del mondo venga prodotto, ha la sua
"targa" che lo identifica e lo rende unico. Stiamo parlando, come è
noto, del codice Imei (International Mobile station Equipment Identity), una
sigla numerica a 15 cifre che viene conferita al telefono in fase di
fabbricazione e lo accompagna per tutta la sua esistenza.
In teoria basta una verifica al codice Imei per scoprire se il telefono sia
stato acquistato regolarmente oppure sia di provenienza illecita. Il problema -
pratico - sorge quando ci si deve confrontare con un parco di oltre 10.000.000
di terminali, quanti sono quelli circolanti in Italia. Le forze dell'ordine
hanno senza dubbio di meglio da fare che controllare uno per uno i telefoni in
mano alle più svariate tipologie di utilizzatori, alla ricerca di quelli
oggetto di ricettazione. Ed ecco allora che la certezza dell'impunità
incrementa il mercato nero e l'inesauribile stillicidio dei furti. Non c'è
proprio nulla da fare allora, se non blindare ulteriormente punti vendita e
magazzini e sperare nella buona sorte?
BLOCCARE I GSM RUBATI
In realtà non è così e vi sono altre strada
da battere, prima di rassegnarsi all'ineluttabilità della situazione attuale.
Se, come abbiamo visto, la repressione del fenomeno, a parte qualche caso, non
è nelle possibilità delle forze dell'ordine, proprio per l'estrema
frammentazione dello stesso che richiederebbe una miriade di microinterventi, è
però fattibile un diverso approccio al problema. Invece di rincorrere i
telefoni illegali sul mercato e sul territorio, si può creare un posto di
blocco altrove, sbarrando un passaggio obbligato che tutti gli utilizzatori sono
costretti a percorrere: il momento di aggancio alla rete Gsm. Impedire ai
terminali rubati di accedere alla rete mobile, cioé di funzionare, significa
togliere loro tutta l'appetibilità, smantellare il movente stesso dei furti: un
telefono che non telefona è invendibile, è solo un guscio di plastica con un
ripieno elettronico, utilizzabile, al massimo, come fermacarte hi-tech.
Si tratta, mutatis mutandis, di applicare lo stesso principio utilizzato per
frenare i furti di autoradio: scoraggiare il ladro non impedendogli
l'asportazione, ma togliendo all'apparecchio una parte (il frontalino, la
chip-card, ecc.) indispensabile per il suo utilizzo.
Il blocco dell'accesso alla rete, inoltre, sarebbe ancora più efficace rispetto
ai sistemi citati, in quanto la sua implementazione dipende dall'operatore e non
dal terminale.
Il ruolo del codice Imei in questo operazione di prevenzione è essenziale: il
numero di telefono, legato alla Sim, si può cambiare con estrema facilità e a
costo zero, ma il codice Imei segnala inequivocabilmente l'identità del
terminale utilizzato e ne discrimina immediatamente l'origine lecita o meno.
MA IL CODICE IMEI E' DAVVERO SICURO?
Rimane un ultimo punto da chiarire: è possibile
alterare l'Imei dei terminali, in modo da aggirare il blocco? E se sì, quanto
è facile da fare? La risposta non è univoca. In assenza di controlli sull'Imei,
infatti, finora in Italia è mancato il motivo per mettersi a falsificare il
codice, anche se si racconta che la magistratura, nel corso di indagini di ben
altro livello criminoso, abbia scoperto qualche telefono Gsm con l'Imei
duplicato. Mancano però conferme ufficiali.
La posizione del MoU al riguardo, tuttavia, è chiara. "In molti casi è
possibile modificare il codice Imei di un terminale," conferma Richard
Midgett, "tuttavia sono necessarie attrezzature costose e sofisticate che
le case produttrici mettono a disposizione solo dei centri di assistenza
ufficiali o autorizzati dagli operatori. Inoltre il codice Imei originale può
essere sostituito solo con un altro codice Imei, non con un numero di fantasia.
L'esistenza di due terminali con lo stesso Imei verrebbe quindi rapidamente
scoperta grazie ai controlli incrociati sugli Eir". Conoscendo l'abilità
degli hacker informatici, e dando credito a voci che circolano nell'ambiente,
forse la dichiarazione che per modificare gli Imei servano attrezzature fornite
solo dai produttori pecca di ottimismo. Pienamente condivisibile, invece, la
posizione di Midgett quando afferma che il MoU sta premendo sulle industrie di
cellulari affinche la prossima generazione di terminali sia dotata di codici
Imei assolutamente a prova di manomissione. Solo con la certezza di dover
affrontare ostacoli insuperabili, infatti, la piaga dei furti di cellulari potrà
avviarsi sulla strada della guarigione.
LEGGIAMO L'IMEI Il codice Imei (International Mobile
Equipment Identity) è un numero di 15 cifre impresso sui telefoni Gsm:
in alcuni modelli si può evidenziare a display digitando *#06# |
Forum | ||
Pagina realizzata da Fracassi Andrea |